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ETÀ INFANTILE E ADOLESCENZA

DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO

"Mio figlio non parla bene. E' necessario l'intervento del logopedista?"

Un problema di linguaggio può derivare dalla presenza di specifiche sindromi, da una ipoacusia non diagnosticata, da deficit a carico delle strutture necessarie per la produzione dei fonemi che compongono il linguaggio (lingua, labbra etc.), dalla presenza di un disturbo dello spettro autistico o da un quadro di ritardo mentale.

Molto spesso però un bambino può presentare difficoltà nel comprendere o produrre il linguaggio in assenza di problematiche cognitive, sensoriali,relazionali: in questo caso parliamo di disturbo specifico di linguaggio. Il logopedista può intervenire precocemente attraverso una valutazione approfondita e accurata, a cui farà seguito un programma riabilitativo personalizzato. Un intervento adeguato e precoce è fondamentale in quanto spesso i disturbi di linguaggio tendono ad "evolvere" in disturbi dell'apprendimento.

DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO (DSAP)

Il disturbo specifico dell'apprendimento include una serie di quadri clinici in cui l'elemento comune è rappresentato da un deficit che riguarda una o più abilità scolastiche. 

I deficit possono riguardare:

  • La lettura (Dislessia)

  • La scrittura (Disgrafia, Disortografia)

  • Il calcolo (Discalculia)

In caso di compromissione dell'abilità di lettura il bambino potrebbe impiegare tempi più lunghi nel leggere un brano, potrebbe commettere errori di transcodifica grafema-fonema o non comprendere il contenuto di un testo.

In caso di compromissione dell'abilità di scrittura il bambino potrebbe non aver acquisito i programmi motori che permettono di tradurre sullo spazio grafico (il foglio) quanto elaborato mentalmente: la scrittura potrebbe risultare incomprensibile nonostante il contenuto sia corretto.

Il bambino potrebbe manifestare una condizione di disortografia laddove si manifestino difficoltà nell'acquisizione delle regole ortografiche della lingua.

Infine il disturbo del calcolo può ripercuotersi sull'acquisizione delle procedure e degli algoritmi del calcolo.

In tutti questi casi il logopedista può eseguire una esauriente valutazione seguita da un trattamento personalizzato in base alle difficoltà del paziente.

DEGLUTIZIONE DEVIATA

Il modo in cui deglutiamo si modifica durante la crescita: passiamo da una deglutizione fetale ad una neonatale, mista e successivamente adulta.

La deglutizione deviata è caratterizzata dalla permanenza, oltre il limite fisiologico dell’età, di una deglutizione tipica dell’età infantile, con deviazione della spinta linguale sia in condizioni di riposo, sia durante l’atto deglutitorio.


La deglutizione deviata è sempre associata ad una scorretta postura linguale in grado di causare lo spostamento dei denti oltre ad alterazioni nell'occlusione e squilibri muscolari orofacciali.

Perché a volte la deglutizione infantile non evolve fisiologicamente verso una deglutizione di tipo adulto?

Le cause sono molteplici e fanno riferimento a :

- Allattamento protratto a lungo

- Svezzamento ritardato

- Abitudini Viziate (succhiare il dito o la lingua, uso prolungato del ciuccio, onicofagia,etc.)

- Adenoidi ipertrofiche, respirazione orale, otiti, etc.

IPOACUSIA INFANTILE

Il deficit uditivo permanente è la più frequente disabilità congenita dell’infanzia. Si manifesta in 1-3 nati su mille ed è presente in 4-5 bambini su mille a 5 anni. Un danno uditivo significativo può influire sfavorevolmente sullo sviluppo verbale e linguistico del bambino e produrre ulteriori conseguenze sulla comunicazione, sullo sviluppo psicologico, scolastico e sociale. La complessità di queste relazioni dipende dal grado e dalla durata del difetto uditivo, dall’età di insorgenza, dalla presenza di patologie associate, dalla precocità di intervento, dalle modalità e dalle caratteristiche di trattamento protesico e riabilitativo, ma anche dalla tipologia di ambiente comunicativo e dal grado di supporto dell’ambiente familiare. 

Identificare e trattare precocemente una perdita uditiva è dunque importante per numerosi aspetti: innanzitutto crea l’opportunità per un bambino di avere un normale sviluppo uditivo e linguistico: numerosi studi dimostrano che i bambini con deficit uditivo congenito o neonatale di grado moderato, severo o profondo, identificati entro sei mesi e che ricevano precocemente un trattamento protesico e riabilitativo adeguato presentano risultati migliori rispetto ai coetanei con una diagnosi tardiva in termini di ricchezza di vocabolario, comprensione e produzione del linguaggio, di sviluppo relazionale.

Il logopedista può intervenire precocemente attivando un percorso di counseling familiare, oltre a valutare le abilità percettive del bambino ed a progettare un intervento logopedico personalizzato.

DISFONIA INFANTILE

Con il termine disfonia intendiamo un disturbo a carico della produzione vocale che può colpire individui di ogni età.

La disfonia può presentarsi sia su base organica che funzionale; gli organi interessati dalla disfonia sono quelli connessi alla funzione fonatoria, relativa all’emissione della voce e dei suoni: corde vocali, bocca, naso, faringe, laringe e trachea.

La voce deriva da un insieme di fattori:

- una corretta postura del corpo,

- una corretta respirazione,

- una corretta emissione del suono attraverso le corde vocali,

- un modo corretto di articolare le parole,

- una buona capacità di ascoltarsi quando si parla

Il bambino disfonico presenta una voce roca, soffiata, gracchiante: lesioni come i noduli vocali si formano in seguito ad un cattivo uso o ad un abuso della propria voce, come per esempio negli sforzi continui e prolungati. 

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